Almanacco : Santo del giorno mercoledi 22 gennaio 2025
22 Gennaio - San Vincenzo Pallotti
Va bene, è un buon prete. Ottima preparazione, confessore al Seminario Romano e al Collegio Urbano di Propaganda Fide, attivo in molte opere di carità. Ma perchè fondare una società per lapostolato cattolico, come se per questo non ci fossero già le strutture della Chiesa? E, per di più con laici, uomini e donne? Vincenzo Pallotti, romano, nato nel 1795 e prete dal 1818, va incontro a diffidenze e ostacoli nel mondo ecclesiastico perchè come pochi altri (don Nicola Mazza a Verona, per esempio) capisce ciò che il tempo esige dai cattolici. Dopo il tornado della Rivoluzione francese e di Napoleone, vescovi, preti, religiosi, studiosi, si spendono generosamente in difesa della fede. E lui vede e apprezza. Ma dice che non basta, non basta più: il problema vero non è proteggere il recinto dei credenti. No, ora bisogna conquistare altri credenti ancora, dappertutto, abbattendo i recinti. E aggiunge: questo è compito di tutti, perchè ogni singolo cristiano ha il dovere di custodire la fede e di diffonderla dove non cè ancora o non cè più. Questo è un programma di attacco. Vincenzo rispetta il mandato apostolico peculiare del Papa, dei vescovi, del clero; ma parla poi di apostolato cattolico come dovere e competenza di ogni credente, perchè "a ciascuno ha comandato Iddio di procurare la salute eterna del suo prossimo". Su questa base sorge nel 1835 lOpera dellApostolato Cattolico, associazione di laici che avrà come parte interna e motrice una comunità di sacerdoti, seguita dalla congregazione delle suore dellApostolato Cattolico (chiamati comunemente Pallottini e Pallottine). Scopo: far conoscere Cristo con la parola, linsegnamento, le opere di carità spirituale e materiale. Gregorio XVI approva lOpera e a Roma tutti hanno grande stima per don Vincenzo. Ma la sua società dapostolato, dopo un buon inizio, passa da un ostacolo allaltro, e vede sempre rinviata lapprovazione delle sue regole (fino al 1904). Vincenzo muore con la fama di santuomo che ha fatto uno sbaglio. Quello sbaglio che però andrà avanti, trovando i Pallottini sempre vivi e operosi alla fine del XX secolo. Quello sbaglio che ha portato aria nuova nella Chiesa, ma che rallenterà la causa della sua canonizzazione, sempre con malintesi e miopie intorno alliniziativa. Ci vorrà papa Pio XI a spazzare riserve e diffidenza, proclamando Vincenzo "operaio vero delle missioni", "provvido e prezioso antesignano e collaboratore dellAzione Cattolica". Giovanni XXIII lo proclamerà santo nel 1963. Due anni dopo, il decreto Apostolicam actuositatem del Vaticano II dirà solennemente: "I laici derivano il dovere e il diritto allapostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo". Le parole di Vincenzo Pallotti risuoneranno cosi, dopo 130 anni, nella Chiesa universale con la voce di Paolo VI e dei vescovi di tutto il mondo.
Va bene, è un buon prete. Ottima preparazione, confessore al Seminario Romano e al Collegio Urbano di Propaganda Fide, attivo in molte opere di carità. Ma perchè fondare una società per lapostolato cattolico, come se per questo non ci fossero già le strutture della Chiesa? E, per di più con laici, uomini e donne? Vincenzo Pallotti, romano, nato nel 1795 e prete dal 1818, va incontro a diffidenze e ostacoli nel mondo ecclesiastico perchè come pochi altri (don Nicola Mazza a Verona, per esempio) capisce ciò che il tempo esige dai cattolici. Dopo il tornado della Rivoluzione francese e di Napoleone, vescovi, preti, religiosi, studiosi, si spendono generosamente in difesa della fede. E lui vede e apprezza. Ma dice che non basta, non basta più: il problema vero non è proteggere il recinto dei credenti. No, ora bisogna conquistare altri credenti ancora, dappertutto, abbattendo i recinti. E aggiunge: questo è compito di tutti, perchè ogni singolo cristiano ha il dovere di custodire la fede e di diffonderla dove non cè ancora o non cè più. Questo è un programma di attacco. Vincenzo rispetta il mandato apostolico peculiare del Papa, dei vescovi, del clero; ma parla poi di apostolato cattolico come dovere e competenza di ogni credente, perchè "a ciascuno ha comandato Iddio di procurare la salute eterna del suo prossimo". Su questa base sorge nel 1835 lOpera dellApostolato Cattolico, associazione di laici che avrà come parte interna e motrice una comunità di sacerdoti, seguita dalla congregazione delle suore dellApostolato Cattolico (chiamati comunemente Pallottini e Pallottine). Scopo: far conoscere Cristo con la parola, linsegnamento, le opere di carità spirituale e materiale. Gregorio XVI approva lOpera e a Roma tutti hanno grande stima per don Vincenzo. Ma la sua società dapostolato, dopo un buon inizio, passa da un ostacolo allaltro, e vede sempre rinviata lapprovazione delle sue regole (fino al 1904). Vincenzo muore con la fama di santuomo che ha fatto uno sbaglio. Quello sbaglio che però andrà avanti, trovando i Pallottini sempre vivi e operosi alla fine del XX secolo. Quello sbaglio che ha portato aria nuova nella Chiesa, ma che rallenterà la causa della sua canonizzazione, sempre con malintesi e miopie intorno alliniziativa. Ci vorrà papa Pio XI a spazzare riserve e diffidenza, proclamando Vincenzo "operaio vero delle missioni", "provvido e prezioso antesignano e collaboratore dellAzione Cattolica". Giovanni XXIII lo proclamerà santo nel 1963. Due anni dopo, il decreto Apostolicam actuositatem del Vaticano II dirà solennemente: "I laici derivano il dovere e il diritto allapostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo". Le parole di Vincenzo Pallotti risuoneranno cosi, dopo 130 anni, nella Chiesa universale con la voce di Paolo VI e dei vescovi di tutto il mondo.