Processo amministrativo: va annullata con rinvio ex art. 105, comma 1, c.p.a. la sentenza del giudice che ha erroneamente dichiarato il ricorso irricevibile per tardività

In tema di processo amministrativo, ai sensi dell'art. 105, comma 1, c.p.a., dev'essere annullata con rinvio la decisione di irricevibilità del ricorso la quale si basi su una motivazione tautologica o sia frutto di un errore palese, in fatto o in diritto, che abbia per conseguenza il mancato esame della totalità dei motivi dedotti (fattispecie riguardante l'impugnazione di un titolo edilizio). ► V. anche CdS, ad. plen., sent. n. 16/2024, e sez. VI, sent. n. 449/2025, entrambe in questa Rivista.

Consiglio di Stato, sezione IV, 14 marzo 2025, n. 2111

Edilizia e urbanistica: la P.A. non è tenuta, prima di ingiungere la demolizione di un'opera abusiva, a valutare l'applicabilità della "fiscalizzazione" ex art. 34, comma 2, d.P.R. 380/2001

In tema di edilizia e urbanistica, l'Amministrazione non è tenuta, prima di emettere l'ordine di demolizione di un'opera abusiva, a valutare l'applicabilità della "fiscalizzazione" - avente carattere eccezionale e derogatorio - prevista dall'art. 34, comma 2, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 [«Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A)»], essendo invece onere del privato dimostrare in modo rigoroso, nella fase esecutiva, l'obiettiva impossibilità di ottemperare all'ordine stesso senza pregiudizio per la parte realizzata in conformità al permesso di costruire. ► V. anche CdS, sez. VI, sent. n. 4740/2022, in questa Rivista.

Consiglio di Stato, sezione II, 12 marzo 2025, n. 2032

Espropriazione per pubblica utilità: in caso di occupazione acquisitiva, il giudicato civile di rigetto della domanda di risarcimento del danno per equivalente preclude altre azioni relative al medesimo bene

In tema di espropriazione per pubblica utilità: a) a fronte di un giudicato civile di rigetto della domanda di risarcimento del danno per l'equivalente del valore di mercato del bene illegittimamente occupato dalla Pubblica Amministrazione, formatosi su una sentenza irrevocabile contenente l'accertamento del perfezionamento della fattispecie dell'occupazione acquisitiva, alle parti e ai loro eredi o aventi causa è precluso il successivo esercizio, in relazione al medesimo bene, sia dell'azione (di natura personale e obbligatoria) di risarcimento del danno in forma specifica attraverso la restituzione del bene previa rimessione in pristino, sia dell'azione (di natura reale, petitoria e reipersecutoria) di rivendicazione, sia dell'azione ex artt. 31 e 117 c.p.a. avverso il silenzio serbato dall'Amministrazione sull'istanza di provvedere ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 [«Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità. (Testo A)»]; b) ai fini della produzione di tale effetto preclusivo, non occorre che la sentenza passata in giudicato contenga un'espressa e formale statuizione sul trasferimento del bene in favore dell'Amministrazione, essendo sufficiente che, sulla base di un'interpretazione logico-sistematica della parte motiva in combinazione con la parte dispositiva della pronuncia, nel caso concreto possa ravvisarsi un accertamento, anche implicito, del perfezionamento della fattispecie dell'occupazione acquisitiva e dei relativi effetti sul regime proprietario del bene, purché si tratti di accertamento effettivo e costituente un necessario antecedente logico della statuizione finale di rigetto. ► V. anche CdS, ad. plen., sent. n. 6/2021, in questa Rivista.

TAR Molise, 25 marzo 2025, n. 90

Appalti pubblici: legittima la scelta della stazione appaltante di derogare al principio della suddivisione in lotti, se adeguatamente motivata e ragionevole, anche alla luce del principio di risultato

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, ai sensi dell'art. 58, comma 2, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), è legittima la deroga al principio della suddivisione in lotti, ove la scelta della stazione appaltante risulti adeguatamente motivata e ragionevole, anche alla luce del principio di risultato (art. 1 d.lgs. cit.). ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. III, sent. n. 9205/2023; sez. V, sent. n. 2044/2018; TAR Lombardia, sez. II, sent. n. 1782/2024; TAR Puglia, Lecce, sez. II, sent. n. 137/2022.

TAR Lazio, sezione I-quater, 24 marzo 2025, n. 5923

Giurisdizione: sull'erogazione dei contributi previsti dalla legge a seguito del verificarsi di eventi sismici decide il giudice ordinario

Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti l'erogazione dei contributi finanziari previsti dalla legge a seguito del verificarsi di eventi sismici, configurandosi nella specie posizioni giuridiche di diritto soggettivo. ► V. anche, in questa Rivista: Cass. civ., sez. un., ord. n. 8115/2017; TAR Emilia-Romagna, sez. I, sentt. nn. 335/2021 e 640/2020, e sez. II, sent. n. 968/2021; TAR Marche, sent. n. 599/2022.

TAR Emilia-Romagna, sezione II, 21 marzo 2025, n. 280

Appalti pubblici: la base d'asta eccessivamente alta non determina di per sé l'illegittimità della gara

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, il concorrente che ritenga la base d'asta oltremodo alta può offrire un ribasso più consistente e, ove questo risulti tanto eccessivo da rendere l'offerta anomala, formulare osservazioni critiche circa tale base nel subprocedimento di verifica dell'anomalia, oltreché farle valere nell'eventuale giudizio d'impugnazione avverso la propria esclusione dalla gara. ► V. anche CdS, sez. V, sent. n. 4081/2017, in questa Rivista.

TAR Piemonte, sezione II, 20 marzo 2025, n. 526

Edilizia e urbanistica: è illegittimo l'ordine di demolizione di un'opera abusiva emesso in pendenza dell'istanza di condono

In tema di edilizia e urbanistica, è illegittima l'ordinanza di demolizione di opere abusive emessa in pendenza dell'istanza di condono. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. II, sent. n. 439/2025; sez. VI, sentt. nn. 6429/2024 e 5532/2022; sez. VII, sentt. nn. 10035 e 6544/2023; TAR Lazio, sez. II-quater, sent. n. 7752/2024.

TAR Basilicata, 19 marzo 2025, n. 183

Giurisdizione: sull'indennizzo per occupazione abusiva di un bene demaniale decide il giudice ordinario

Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti le richieste di indennizzo avanzate dall'Amministrazione per occupazione abusiva di un bene demaniale, attenendo esse alla proprietà dell'immobile, anche quando il privato lo deteneva in virtù di una concessione.

TAR Toscana, sezione IV, 18 marzo 2025, n. 490

Processo amministrativo: l'omesso deposito della sentenza impugnata non comporta l'inammissibilità né l'improcedibilità dell'impugnazione

L'art. 94, comma 1, c.p.a. non dispone l'inammissibilità o l'improcedibilità dell'impugnazione, nel caso di mancato deposito della sentenza impugnata.

Consiglio di Stato, adunanza plenaria, 27 marzo 2025, n. 4

Cittadinanza: il diniego della cittadinanza italiana non può basarsi sul mero fatto che lo straniero ha commesso un reato

È illegittimo il diniego di concessione della cittadinanza italiana basato sul mero fatto che lo straniero ha commesso un reato, senza che l'Amministrazione abbia contestualizzato l'accaduto all'interno di una più ampia e bilanciata disamina che tenga conto dei legami familiari dell'interessato, della sua attività lavorativa, del suo reale radicamento nel territorio e della sua condotta complessiva, la quale, per quanto non totalmente irreprensibile sul piano morale, deve comunque mostrare una convinta adesione ai valori fondamentali del nostro ordinamento (nel caso di specie, lo straniero, imputato del delitto di resistenza a pubblico ufficiale, aveva beneficiato della sospensione del processo con messa alla prova, a seguito del cui esito positivo era stata dichiarata l'estinzione del reato). ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. III, sentt. nn. 7716/2024 e 1837/2019; TAR Lazio, sez. V-bis, sent. n. 14165/2024; sez. I-ter, sent. n. 12147/2021.

Consiglio di Stato, sezione III, 11 marzo 2025, n. 2014

Immigrazione: il Consiglio di Stato ribadisce che il rigetto dell'istanza di emersione dal lavoro irregolare dev'essere preceduto dall'invio al lavoratore straniero (oltre che al datore di lavoro) del preavviso ex art. 10-bis l. 241/1990

In tema di emersione di rapporti di lavoro ai sensi dell'art. 103 del d.l. 19 maggio 2020, n. 34 («Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19»), convertito, con modificazioni, nella l. 17 luglio 2020, n. 77, è illegittimo il provvedimento di rigetto dell'istanza di emersione che non sia stato preceduto dall'invio al lavoratore straniero (oltre che al datore di lavoro) del preavviso ex art. 10-bis della l. 7 agosto 1990, n. 241 («Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»). ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. III, sentt. nn. 1706/2025 e 8364/2019; TAR Lombardia, sez. IV, sent. n. 905/2022.

Consiglio di Stato, sezione III, 10 marzo 2025, n. 1933

Edilizia e urbanistica: è onere del privato provare la data di realizzazione e l'originaria consistenza dell'immobile che l'Amministrazione ritiene abusivo

In tema di edilizia e urbanistica, grava sul privato l'onere di provare la data di realizzazione e l'originaria consistenza dell'immobile ritenuto abusivo, poiché solo l'interessato può fornire gli atti, i documenti o gli elementi probatori, anche di natura presuntiva, che siano in grado di radicare la ragionevole certezza della sanabilità dell'opera in ragione dell'eventuale preesistenza di essa rispetto all'introduzione di un determinato regime normativo dello ius aedificandi; una volta che il privato abbia dedotto concreti elementi di fatto circa l'epoca dell'abuso, spetterà all'Amministrazione fornire prova contraria. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. VI, sentt. nn. 3486/2024, 10102/2023 e 8510/2023; CGARS, sentt. nn. 291/2021 e 1003/2020; TAR Basilicata, sent. n. 201/2020; TAR Lazio, sez. II stralcio, sent. n. 4927/2023.

Consiglio di Stato, sezione VI, 7 marzo 2025, n. 1924

Ambiente: la Corte di giustizia condanna l'Italia per il mancato rispetto degli obblighi in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane

La Repubblica italiana, non avendo adottato tutte le misure necessarie per l'esecuzione della sentenza CGUE 10 aprile 2014, Commissione/Italia, causa C-85/13, concernente la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza dell'art. 260, § 1, TFUE; per tale ragione, è condannata a pagare alla Commissione europea una somma forfettaria di 10 milioni di euro, nonché una penalità di mora semestrale.

Corte di giustizia UE, sesta sezione, 27 marzo 2025

Processo tributario: è incostituzionale il divieto di deposito in appello delle deleghe, delle procure e degli altri atti di conferimento di potere rilevanti ai fini della legittimità della sottoscrizione degli atti

Sono incostituzionali: 1) l'art. 58, comma 3, del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546 («Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413»), come introdotto dall'art. 1, comma 1, lett. bb), del d.lgs. 30 dicembre 2023, n. 220 («Disposizioni in materia di contenzioso tributario»), limitatamente alle parole «delle deleghe, delle procure e degli altri atti di conferimento di potere rilevanti ai fini della legittimità della sottoscrizione degli atti,» (per violazione degli artt. 3, primo comma, 24, secondo comma, e 111, secondo comma, Cost.); 2) l'art. 4, comma 2, del d.lgs. 30 dicembre 2023, n. 220 («Disposizioni in materia di contenzioso tributario»), là dove prescrive che le disposizioni di cui al precedente art. 1, comma 1, lett. bb), si applicano ai giudizi instaurati in secondo grado a decorrere dal giorno successivo alla sua entrata in vigore, anziché ai giudizi di appello il cui primo grado sia instaurato successivamente all'entrata in vigore del medesimo decreto legislativo (per violazione degli artt. 3 e 111 Cost.).

Corte costituzionale, 27 marzo 2025, n. 36

Contratti pubblici: la concessione di un immobile del Comune non soggiace alle regole dettate dal d.lgs. 36/2023

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, la concessione di un bene immobile di proprietà comunale, costituendo oggetto di un contratto attivo, non soggiace alle regole dettate dal d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), ferma l'osservanza dei principi generali dell'azione amministrativa, i quali non impongono lo svolgimento in seduta pubblica delle attività della commissione giudicatrice. ► V. anche TAR Sicilia, sez. III, sent. n. 1107/2020, e TAR Veneto, sez. I, sent. n. 195/2022, entrambe in questa Rivista.

TAR Liguria, sezione I, 17 marzo 2025, n. 321

Edilizia e urbanistica: il Comune deve provvedere sull'istanza con la quale il proprietario di un terreno finitimo a quello interessato da un abuso edilizio ne chiede la repressione

In tema di edilizia e urbanistica, l'Amministrazione comunale è tenuta a provvedere sull'istanza con la quale il proprietario di un terreno finitimo a quello interessato da un abuso edilizio ne chieda la repressione. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. VI, sent. n. 6569/2021; TAR Campania, sez. III, sent. n. 4409/2024, e sez. VIII, sent. n. 329/2023.

TAR Umbria, 14 marzo 2025, n. 309

Enti locali: sul conferimento di incarichi dirigenziali a tempo determinato ex art. 110 d.lgs. 267/2000 decide il giudice ordinario

Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti le selezioni pubbliche di natura non concorsuale per il conferimento di incarichi dirigenziali a tempo determinato ex art. 110 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 («Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali»). ► V. anche CdS, sez. V, sent. n. 1549/2017, e TAR Sicilia, sez. IV, sent. n. 981/2024, entrambe in questa Rivista.

TAR Abruzzo, 13 marzo 2025, n. 130

Edilizia e urbanistica: l'obbligo di rimuovere l'opera abusiva grava non solo sul responsabile dell'illecito, ma anche sul proprietario del terreno

In tema di edilizia e urbanistica: 1) ai sensi dell'art. 31, comma 2, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 [«Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A)»], l'obbligo di rimuovere l'opera abusiva grava non solo sul responsabile dell'illecito, ma anche sul proprietario dell'area in cui detta opera è sita, salvo che questo dimostri di non avere la disponibilità del terreno e di aver intrapreso iniziative idonee a costringere esso responsabile a ripristinare lo stato dei luoghi; 2) l'omessa o imprecisa indicazione dell'area che sarà acquisita di diritto al patrimonio comunale non determina l'illegittimità dell'ordinanza di demolizione, essendo tale indicazione necessaria ai fini della distinta misura sanzionatoria dell'acquisizione. ► V. anche, in questa Rivista, ex plurimis: CdS, ad. plen., sentt. nn. 16/2023 e 9/2017; sez. II, sentt. nn. 7828/2024, 6181/2021 e 980/2021; sez. VII, sentt. nn. 5748/2023 e 237/2023; TAR Campania, sez. II, sent. n. 8153/2022; TAR Campania, Salerno, sez. II, sent. n. 1722/2024.

TAR Toscana, sezione III, 12 marzo 2025, n. 464

Accesso civico generalizzato: il diniego dev'essere adeguatamente motivato

È illegittimo il diniego opposto all'istanza di accesso civico generalizzato ex art. 5, comma 2, del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 («Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni»), ove non sorretto da un'adeguata motivazione circa la necessità di evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici e privati di cui all'art. 5-bis, commi 1 e 2, d.lgs. cit.

TAR Sicilia, sezione IV, 11 marzo 2025, n. 539

Appalti pubblici: sebbene non contemplato dall'art. 104 d.lgs. 36/2023, l'avvalimento di garanzia è ammesso in forza della direttiva 2014/24/UE

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici: 1) l'avvalimento di garanzia, benché non contemplato dall'art. 104 del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), deve ritenersi ammesso in forza delle disposizioni (autoesecutive) della direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE; 2) nell'ipotesi di avvalimento di garanzia, l'impresa ausiliaria non è tenuta a dichiarare il possesso dei requisiti di ordine speciale - fra i quali, quello della «idoneità professionale» - di cui all'art. 100, comma 1, d.lgs. cit.

TAR Lazio, sezione II-bis, 10 marzo 2025, n. 4997
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